sabato 5 gennaio 2008

Il giornalismo italiano

Ho già commentato qualche giorno fa su come le notizie sui telegiornali vengano riportate come non-notizie, e sono solo la scusa per far parlare i politici, Il metodo è quello del panino. Oggi voglio parlare delle notizie non politiche. Se non è politica, cosa c'è nei TG italiani? Le ammazzatine.

Le notizie sulle ammazzatine sono sempre uguali. Prendiamo la sciagura aerea di ieri in Venezuela, nella quale sono morti 8 italiani in vacanza. Che fa il bravo giornalista italiano? Dà la notizia in otto parole, e poi va per le interviste. Di solito intervista un parente e un vicino del morto. Se è un giornalista raccomandato, può intervistare due parenti (o un parente e un amico) e due vicini. La domanda per il parente o amico è "come si sente?". La domanda per il vicino (nel montaggio di solito parla il vicino subito, perchè la domanda la tagliano) è: "che tipo era il tuo vicino?". E le domande sono le stesse sia se intervistano il vicino del morto, sia se, invece, trattandosi di una ammazzamento, intervistano il vicino del presunto serial killer. Il vicino risponde sempre "era un tipo normale", "si faceva i fatti suoi", o "era un tipo eccezionale", indifferentemente, non importa se parla del morto o del killer. Talvolta il killer "era un tipo eccezionale" e il morto "si faceva i fatti suoi". Poi il massimo del giornalismo d'assalto è quando chiedono al parente del morto ammazzato: "perdona?". Un vaffanculo non lo beccano mai (o, se lo beccano, non sopravvive al montaggio del servizio). Male che va, si fanno chiudere in faccia il cancello, o intervistano il citofono. L'avrete visto mille volte, no? Il giornalista piegato, con il microfono appoggiato al citofono, e la voce del parente (parente del killer o del morto non importa) che gracchia di non voler essere disturbato.

Ma i citofoni italiani per chi li hanno fatti, per i nani?

E quando Fabrizio Corona Direttore del TG2?


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