"E' un preconcetto che gli ex-terroristi siano più in grado di altri di spiegare che cosa sia il terrorismo. In realtà non lo sono affatto. Sono la prova vivente che terroristi si può diventare. Quanto alle ragioni e al modo in cui lo si diventa, ne sanno poco. Al tempo in cui lo diventarono, erano così presi dentro un ingranaggio che non ne ebbero idea. Quando finalmente ne uscirono, più o meno a pezzi, la cosa apparve a loro non meno assurda e delirante che ad altri (...).
Più interessante sarebbe forse il racconto di chi non diventò terrorista, pur essendosi affacciato a quell'orlo, e sapendo che avrebbe potuto farlo: o almeno, che altri, coi quali ha condiviso i pasti, il letto, le conversazioni e la vita, l'hanno fatto.
Nelle domeniche del 1977 (chi lo vuole ricordare, oggi?) ragazze e ragazzi di quindici o sedici anni si chiedevano angosciosamente non come si potesse diventare terroristi, ma come si potesse non diventarlo. (...) A volte c'è in costoro un gran pudore e quasi una vergogna, perchè sanno che essere restati di qua è la cosa giusta e li ha salvati, ma dubitano che a trattenerli sia stata piuttosto una viltà o un egoismo, e che tra quelli che passarono di là ci fosse più dedizione e coraggio e coerenza."
Da un articolo pubblicato da Adriano Sofri su Repubblica di ieri. Credo che queste parole susciteranno qualche polemica sui giornali. E se non lo faranno, vuol dire che a nessuno gliene frega niente di cosa sia successo in quegli anni, vuol dire che i vari anniversari - i 40 anni dal '68, i 30 anni dal rapimento di Aldo Moro - servono solo a vendere qualche copia e qualche inserto in più.
La foto in alto è uno scatto, diventato famoso, fatto a Milano durante i disordini ad una manifestazione di protesta per l'uccisione, da parte delle forze dell'ordine (ministro degli interni Cossiga), di una studentessa romana, Giorgiana Masi (nella foto qui sopra). L'anno era, appunto, il 1977. L'unica sua colpa era di avere 19 anni, nel 1977.
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5 commenti:
...in effetti, se avessi avuto trenta'anni a quei tempi, temo che l'ingranaggio avrebbe schiacciato anche me...
...e già, trent'anni, o quindici-sedici come dice Sofri. Io ne avevo pochi di meno (per fortuna?), ma qualche sciopero e qualche dimostrazione me la ricordo.
Il giorno dopo l'articolo di Sofri, l'altroieri, Repubblica ospita un altro articolo in prima pagina, dello scrittore americano Paul Auster, stavolta sul '68, e i toni sono gli stessi:
"Correva l'anno della follia (...). Non ero un violento, se ripenso a quegli anni mi vedo come un ragazzo tranquillo, sempre chino sui libri, immerso nei corsi alla Columbia University. (...) A un certo punto qualcuno propose un assalto al cantiere, (...) con mia grande sorpresa mi ritrovai in mezzo a loro, mi diedi da fare nell'opera di smantellamento della recinzione, (...) cos'era successo al giovane ammodo, deciso a passare il resto della sua vta solo in una stanza a scrivere libri?"
Insomma, oggi ci vogliono far credere che quelle scelte avvennero per caso?
Come sai io non leggo i giornali e quindi non so (nè mi intressa) se e come verrà commentato l'articolo di Sofri. Sono certo comunque che certe verità sono troppo scottanti per venire ammesse, soprattutto da certi pennivendoli di regime che scodinzolano ora a questo ora a quel padrone, e che non fanno mai una seria informazione o, come sarebbe il caso per 68 e 77, un'analisi storica obiettiva. La cosa ancor più assurda è che dai loro articoli traspare sempre la versione dei vincitori, paradossalmente scritta da quelli che hanno perso!!! E allora meglio Topolino...!
eheh
forse ha ragione l'anonimo
davanti a tanto schifo
evviva topolino
@anonimo e davmo:
e' vero, mooooolto meglio topolino!
@anonimo: l'unica versione è quella dei vincitori, scritta dai vinti: bella questa! ...e adesso, quindi, con lupomanno sul campidoglio (del resto, non nacque tutto grazie ad una lupa?), ci aspetta una bella fiction sulla cacciata dei rom da roma, scritta da un rom?
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